Immediatamente alle spalle delle lagune si aprivano quelli che Polibio descrive come i più grandi e i più fertili spazi planiziari dell’Europa (Polibio, Historiae, II, 14, 7). Queste pianure occupano più della metà del territorio regionale (circa il 56 % pari a 10.371 kmq.) e ne interessano tutto il settore meridionale e centrale, tra il mare e la base dei primi rilievi prealpini. Questa fascia di piatto territorio si estende dai confini sud-occidentali della regione (a contatto con la Lombardia e l’Emilia) fino a quelli nord-orientali (verso il Friuli) con una larghezza decrescente da circa 110 a 55 km. Essi si formarono durante gli ultimi due milioni di anni (età Quaternaria) per il trasporto a valle da parte dei fiumi di enormi quantità di detriti, che andarono a colmare il grande spazio marittimo interposto tra gli Appennini dalle Alpi per formare la pianura padana e veneta; questa si connota per l’assolutà regolarità morfologica, la leggera pendenza dalla base dei rilievi a nord-ovest (dove le quote massime raggiungono i 100-120 m.s.l.m.) verso il mare a sud-est e dalla ricchezza di risorse idriche superficiali (fiumi) e in sottosuolo, fattori decisivi per le possibilità di sfruttamento agrario che costituì la base della ricchezza della regione.
In questo vasto e omogeneo scenario morfologico spiccano i Colli Berici e i Colli Euganei. I Berici raramente superano i 400 m. s.l.m. e sono formati da rocce calcaree.
Gli Euganei raggiungono il loro apice nel Monte Venda (603 m. s.l.m.) e presentano la particolarità di un’origine prevalente vulcanica; si distinguono inoltre per le manifestazioni naturali idrotermali (soprattutto nella zona di Abano e Montegrotto), che tanta parte ebbero per la storia insediativa di quest’angolo della regione.
All’interno della pianura si possono riconoscere due settori distinti per il regime idrologico e per le possibilità insediative: la “bassa pianura”, formata da depositi più fini impermeabili (limi e argille prevalenti) presenta abbondanza di acque superficiali e corsi d’acqua che favorirono esondazioni anche di grande portata; l’“alta pianura”, formata da ghiaie e sabbie prevalenti, si presenta asciutta per la permeabilità dei suoli che facilita la percolazione delle acque superficiali in profondità. Le due distinte aree (“alta” e “bassa” pianura) sono divise da una fascia di “media pianura”, in cui si alternano sabbie e ghiaie con limi e argille; al limite settentrionale di questa fascia (“linea della risorgive”), le acque sotterranee risalgono in superficie dando vita al caratteristico fenomeno delle risorgive.
Il testo e le immagini (con referenze fotografiche) sono tratti da:
J. Bonetto, I. Venturini, L. Zaghetto, Veneto, Archeologia delle Regioni d’Italia, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 2009.