Piazza Bra 1 - 37100 Verona (VR)
Tel. 045 8003204
Sito Web http://www.comune.verona.it
Presentazione
L’edificio romano che domina piazza Bra è uno degli anfiteatri meglio conservati e più grandi del mondo romano, sede oggi di manifestazioni di vario genere. Ha pianta ellittica di circa 152 x 123 m e si conserva oggi per parte dell’anello esterno e della cavea.
Storia della ricerca e degli studi
Il monumento, rimasto costantemente a vista nel corso dei secoli, fu utilizzato nel tempo per varie funzioni legate alla vita cittadina e come fonte di materiali da costruzione. Il primo intervento sul monumento si data ad epoca rinascimentale, quando venne ricostruita la cavea. I restauri sono proseguiti nel XIX secolo, fino ad oggi.
Contesto geografico e urbanistico
Verona sorge ai piedi dei monti Lessini e ad una trentina di chilometri ad est del Lago di Garda. Essa si colloca nell’ansa formata dal fiume Adige al suo ingresso nella Pianura Padana, ad una quota di 59 metri sul livello del mare. L’anfiteatro si colloca nel centro storico di Verona ma, in epoca romana, esso venne ad inserirsi all’interno della cinta muraria solo all’epoca di Gallieno (265 d.C.).
Cronologia
I sec. d.C. (prima metà)
Anfiteatro romano (Verona)
L’anfiteatro romano di Verona ha pianta ellittica di 152,4 x 123,2 m e si conserva in parte del suo anello esterno (in pianta: A), visibile da via Dietro Anfiteatro, nei resti della cavea (in pianta: B), dove sedevano gli spettatori, e nell’arena stessa (in pianta: C), dove avvenivano i giochi gladiatori e le venationes. L’anello esterno (in pianta: A), era costituito da tre ordini di archi, ciascuno composto in origine da 72 aperture. Esso si caratterizza per un prospetto in opus quadratum con blocchi di pietra calcarea bianca e rosata lavorati a bugnato poco aggettante e presenta un solo ordine architettonico: il tuscanico. Manca il attualmente il coronamento dell’anello esterno: si calcola tuttavia che l’altezza complessiva dovesse essere di 31 metri. Gli ingressi erano numerati, con numero segnalato sulla chiave di volta delle aperture a livello strada (primo ordine): si conservano quelli dal 64 al 67 (LXIIII-LXVII). La cavea (in pianta: B) aveva una capienza stimata intorno ai 30.000 spettatori ed è formata da 44 gradoni divisi in senso orizzontale tramite tre precinzioni in quattro settori orizzontali o meniani, dei quali non resta traccia nella ricostruzione. Tre gallerie concentriche, che oggi costituiscono il percorso di visita all’anfiteatro, sostenevano la cavea: di qui gli spettatori accedevano ai posti a sedere tramite 64 aperture o vomitoria. Nel caso di spettatori importanti, l’accesso avveniva tramite le entrate sull’asse minore. In cima alla cavea si trovava una galleria, ora perduta, nella quale gli spettatori stavano in piedi o si rifugiavano quando pioveva. È importante ricordare che tutte le gradinate oggi visibili sono frutto di ricostruzione, come è possibile evincere dai testi antichi che definivano l’arena come gradibus vacua (privo di gradini) L’arena, ossia lo spazio di forma ellittica al centro dell’edificio (in pianta: C), era il luogo dove si svolgevano i giochi gladiatori e le venationes, spettacoli cruenti durante i quali gli animali selvatici erano aizzati a combattere gli uni contro gli altri o contro i cacciatori, coadiuvati dai cani. L’arena era separata dalle gradinate mediante un alto podio, anch’esso di ricostruzione moderna. L’ingresso all’arena avveniva tramite i due ingressi sull’asse maggiore, la porta Triumphalis, attraverso la quale entrava la processione che apriva i giochi, e la porta Libitinensis, dalla quale venivano condotti fuori i gladiatori morti. Al di sotto dell’arena, passavano le cloache e si trova pure un ambiente rettangolare, forse a copertura mobile: destinato a particolari servizi in funzione degli spettacoli.
Accesso
Tipo di Accesso: Negli orari di apertura; Visitabilità: Esterno e Interno; Biglietto: Si; Prezzo: biglietto intero 6 euro; biglietto ridotto gruppi (sup. 15 unità) e adulti sup. 60 anni 4,50 euro; biglietto ridotto scuole (dalle elementari alle superiori) e ragazzi (8-14 anni; solo accompagnati) 1 euro; ingresso per residenti nel Comune di Verona 1 euro; anziani superiori ai 65 anni residenti nel Comune di Verona ingresso gratuito; intero Anfiteatro romano + Museo Maffeiano 7 euro; ridotto Anfiteatro romano + Museo Maffeiano 5 euro;
Accesso per le Scuole
Accessibilità Disabili Rampe di accesso al sito, nel suo livello inferiore
OrarioQuandoSpecifiche
UnicoMartedì9-19
UnicoMercoledì9-19
UnicoGiovedì9-19
UnicoVenerdì9-19
UnicoSabato9-19
UnicoDomenica9-19


Tempo suggerito per la visita (in minuti): 80
Servizi per l'utenza
Servizi igienici
Bagni all'interno dell'anfiteatro
Servizi didattici
Audio guide
Audio guide disponibili all'ingresso.
Pannellistica
Supporti informativi multilingue: Francese Tedesco Inglese
Audio guide
Attività didattiche
Dal lunedì al venerdì: ore 9.00-13.00 e 14.00-16.15 Tel 045 8036353 - Tel/fax 045 597140 - Fax 045 8000466 aster.segreteriadidattica@comune.verona.it - www.didamusei.it Prezzo: 1 ora: 46,00 €; 1,5 ore: 56,00 €; 2 ore: 66,00 €; 3 ore: 92,00 €; 1 giornata: 138,00 €. Eventuali offerte saranno comunicate al momento della prenotazione. I percorsi didattici sono offerti gratuitamente (fino ad esaurimento della disponibilità) alle Scuole del Comune di Verona. L’ingresso ai musei è a pagamento, con la tariffa ridotta per le scuole.
Biblioteca/Centro di Documentazione
Bibliografia di riferimento
Pompei A., Studi intorno all'anfiteatro di Verona, Verona 1877.
Mangani E., Rebecchi F., Strazzulla M.J. , Emilia, Venezie (Guide Archeologiche Laterza), Bari 1981, pp. 176-178.
Cavalieri Manasse G., Verona, in Il Veneto nell'età romana, II, a cura di Cavalieri Manasse G., Verona 1987, pp. 34-35.
Basso P., Architettura e memoria dell'antico. Teatri, anfiteatri e circhi della Venetia romana, Roma 1999, pp. 288-297.
Archeologia a Verona , a cura di Bolla M., Milano 2000, pp. 66-74.
Tosi G. , Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana, Roma 2003, pp. 535-537.
Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d'Italia), Roma 2009, pp. 450-451.