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Scheda

Museo Civico – Asolo

Via Regina Cornaro 74 – 31011 Asolo (TV)
Tel. 0423 952313 – Fax 0423 55745
Presentazione


Il Museo Civico di Asolo, che ha sede presso il Palazzo del Vescovado, ospita le collezioni archeologiche, la Pinacoteca, il Tesoro della Cattedrale e una sezione dedicata a Caterina Cornaro e a Eleonora Duse. La sezione archeologica, allestita in sei sale, raccoglie materiali provenienti da scavi ottocenteschi e novecenteschi, compiuti sia nel centro di Asolo che nel territorio vicino. Tali testimonianze, che toccano un arco cronologico compreso tra il Paleolitico e il Medioevo, confermano l’importanza topografica di Asolo sin da epoche molto remote e il ruolo di cerniera che questo centro ebbe, nel corso dei secoli, nei traffici commerciali tra la pianura e la montagna

Storia della collezione museale

Dopo l’improvvisa e prematura morte di Pacifico Scomazzetto nel 1886, gli eredi, interpretando la volontà del defunto, decisero di consegnare al Comune di Asolo tutto il materiale storico-artistico e archeologico da lui raccolto per fondare il Museo Civico. Fu in questo momento, anche se già da più di un cinquantennio venivano compiute importanti donazioni, che il Museo venne ufficialmente istituito all’interno della Sala della Ragione, dove aveva sede anche lo stesso Municipio. Successivamente le donazioni di privati si moltiplicarono, permettendo di accrescere notevolmente il patrimonio della struttura museale.

Descrizione

La prima sala della sezione archeologica è deputata ad ospitare i reperti preistorici rinvenuti nel territorio di Asolo nel corso degli scavi condotti dalla Soprintendenza durante il secolo scorso. Il territorio asolano fu interessato da frequentazioni sin dal Paleolitico Medio (300.000 – 35.000 anni fa); a questo periodo appartengono gli eccezionali resti di un mammut ritrovati presso Pagnano d’Asolo, qui però non esposti. Al Paleolitico Medio appartengono anche i manufatti musteriani in selce (una punta e due schegge “Levallois”) rinvenuti presso Fornaci di Casella d’Asolo, che attestano una sporadica frequentazione di queste aree da parte degli uomini neanderthaliani.
La vetrina successiva espone materiali e utensili mesolitici (un nucleo a lamelle, armature trapezoidali, lamelle, un coltello a dorso, un perforatore e tre grattatoi) scoperti in località Fondo Bavaresco, presso Pagnano d’Asolo, che costituiscono una documentazione importante per comprendere le attività svolte dalle genti preistoriche.
Al Neolitico e alla prima età del Bronzo appartengono i reperti litici esposti nella terza vetrina. Tali manufatti in selce provengono da Casella d’Asolo e testimoniano i cambiamenti sociali ed economici che interessarono l’uomo preistorico nel passaggio tra nomadismo e sedentarietà.
L’ultimo pannello-vetrina espone i materiali rinvenuti durante le fasi di scavo della cosiddetta Casa Gotica, situata presso il centro di Asolo. Il materiale, prettamente ceramico (da mensa, da cucina, contenitori da trasporto), documenta un’ininterrotta occupazione del sito dal X-IX sec. a.C. (Bronzo finale-prima età del Ferro) al I sec. d.C. (età romana), caratterizzata da diverse fasi insediative.

Questa sala è dedicata ai rinvenimenti protostorici del territorio asolano.
Appena entrati, sulla sinistra si incontra una vetrina che propone la ricostruzione di un deposito votivo preromano (II-I sec. a.C.) portato alla luce presso l’area del teatro romano, nel quale furono deposti i resti (ossa animali con iscrizioni venetiche, uova, quattro dracme venetiche e una coppa in ceramica grigia) di un sacrificio rituale riferibile alla sfera pubblica. Accanto a quest’esposizione si trova una teca con tre bronzetti del IV sec. a.C., due di provenienza ignota e uno da S. Giustina d’Asolo.
La grande vetrina posta di fronte all’ingresso della sala espone sia materiali rinvenuti sporadicamente che oggetti di corredi funerari scoperti in due aree sepolcrali del territorio: le necropoli di Biordo e di Borso del Grappa. Tra i rinvenimenti occasionali ricordiamo un’ascia "ad alette" del Bronzo Medio-Recente, un’ascia "ad occhio" del VII sec. a.C. e tre spilloni "a globetti" del VII-VI sec. a.C. La necropoli veneta del Biordo ha restituito frammenti di situle (VI-V sec. a.C.), un’ansa ritorta, tre frammenti di lebeti con attacchi a croce (VIII-VII sec. a.C.), fibule "a sanguisuga" (VIII-VII sec. a.C.), un’armilla (VI-V sec. a.C.) e due rocchetti (VII sec. a.C.). Dal sepolcreto protostorico di Borso del Grappa provengono una situla con anse ritorte (VI sec. a.C.), un coperchio (VI sec. a.C.), una fibula "ad arco serpeggiante" e un frammento di tazza emisferica monoansata.

La sala raccoglie le testimonianze archeologiche dei due maggiori complessi monumentali di Asolo romana sinora noti: le terme (piazza Brugnoli) e il teatro (giardino di Villa Freya). Ad essi appartenevano rilievi (una lastra di rivestimento con Tritoni e Gorgoneion), elementi architettonici (tre cornici, un capitello corinzio e due antefisse decorate) o decorativi (un frammento di mosaico pavimentale). La descrizione delle antiche strutture, scoperte dallo Scomazzetto attorno alla metà dell’800, è accompagnata da una riproduzione planimetrica e da una ricostruzione ipotetica degli alzati. All’interno della stessa sala sono presenti alcuni esempi di statuaria (una testa maschile in alabastro, un busto di piccola statua e una mano) e di plastica decorativa bronzea (un Erote, un Lare, una Venere, un Mercurio, un’Artemide, un Sileno e una protome di cinghiale) del I sec. d.C.

All’interno di questa sala sono raccolte alcune testimonianze degli impianti infrastrutturali presenti nel territorio asolano. Sono qui esposti reperti pertinenti all’acquedotto romano (La Bot), scavato in cunicolo nel colle che domina la città e dotato da tratti di tubature in pietra, terracotta e piombo. All’interno della stessa sala è presente un pannello riguardante l’antica direttrice stradale che collegava i municipia di Patavium e di Acelum, la via Aurelia, di cui però non rimangono dati archeologici tangibili, quanto piuttosto fonti documentarie e toponomastiche. A testimonianza dell’esistenza di un’importante centuriazione nel territorio di Asolo sono esposti alcuni strumenti di lavoro (zappe, vomere, falce, ascia-scure) di età romana.

L’area sepolcrale romana relativa alla città doveva collocarsi all’incirca nel settore suburbano sud-orientale, lungo il percorso dell’antica via Aurelia. Spesso i monumenti funerari vennero reimpiegati come materiale edilizio in costruzioni più tarde, come attestato dal cippo sepolcrale di Caius Coelius Taurinus (II sec. d.C.), ritrovato presso l’altare della Chiesa di San Salvaso, dal frammento di sarcofago del III sec. d.C. utilizzato per la pavimentazione della Chiesa di Pagnano o dal frammento di rilievo con scena di banchetto funebre murato nella facciata del Vescovado (II sec. a.C.). Sono esposti anche diversi esempi di urne cinerarie in pietra e alcuni frammenti di sarcofagi; tra questi se ne segnala uno in marmo greco riportante una scena di Amazzonomachia scoperto a Costa Curta (inizi III sec. d.C.).

Questa sala espone resti di sepolture provenienti dal territorio asolano (Riese Pio X, Altivole, Fonte Alto) e pertinenti ad agglomerati minori. L’unico monumento funerario presente all’interno della sala è la stele di Velleius da Fonte Alto, datata al I sec. d.C.; il resto delle testimonianze è costituito da materiali di corredo. Da Riese Pio X provengono manufatti che coprono un arco cronologico compreso tra il I e il III sec. d.C.; tra questi ricordiamo un’olpe piriforme, un’olpe globulare, una patera in ceramica sigillata e due in bronzo, un bicchiere in ceramica a pareti sottili, unguentari in vetro, bronzo e terracotta, una bottiglia in vetro, un aryballos in bronzo e oggetti in osso.
Il sito di Altivole (I sec. a.C. – I sec. d.C.) ha restituito un’olla cineraria con coperchio, un’olpe con spalla carenata, una patera e una coppa a vernice nera, un’olpe con orlo trilobato, un’olpe piriforme, un bicchiere in ceramica a pareti sottili, un boccale, una scodella e due coppe mortaio con grattugia.
L’ultima vetrina è occupata dal corredo funerario tardoantico (IV-V sec. d.C.) scoperto a Fonte Alto, composto da un boccale biansato, una brocchetta, una coppa in ceramica sigillata con bollo, una ciotola coperchio, un elemento di monile con anelli di sospensione, una lucerna decorata con menorah (candelabro a sette bracci) e alcune armille.

In questa sala sono esposti i reperti provenienti dagli scavi condotti dall’Università di Padova all’interno della Rocca che dominca la città dalla sommità del Monte Ricco. Particolarmente si può osservare un ampio frammento del mosaico che decorava la navata e l’abside di una piccola chiesa eretta sulla cima del colle in età altomedievale e più tardi distrutta.


Accesso

Tipo di Accesso: Negli orari di apertura
Su prenotazione

Biglietto: Si

Prezzo: Intero 5 euro; ridotto 4 euro; scolaresche 2,5 euro; famiglie (2 adulti e 2 minorenni) 12 euro.
Cumulativo Museo + Rocca: intero 6 euro; ridotto 5 euro.
Cumulativo Museo + Rocca per famiglie: 15 euro.

Accesso per le Scuole

Accessibilità Disabili

Orari

Giorni di Apertura
Orario Quando Specifiche
Estivo/Invernale Lunedì Solo su prenotazione per scolaresche
Estivo/Invernale Martedì Solo su prenotazione per scolaresche
Estivo/Invernale Mercoledì Solo su prenotazione per scolaresche
Estivo/Invernale Giovedì Solo su prenotazione per scolaresche
Estivo/Invernale Venerdì Solo su prenotazione per scolaresche
Estivo/Invernale Sabato 10.00 – 19.00
Estivo/Invernale Domenica 10.00 – 19.00

Tempo suggerito per la visita (in minuti): 45

Servizi per l’utenza

Servizi igienici

Bookshop

Punti di sosta

Servizi didattici

Brochure
Italiano e Inglese

Pannellistica
Italiano e Inglese

Didascalie delle opere
Italiano e Inglese

Postazioni informatiche

Supporti informativi multilingue: Inglese
Brochure, Pannellistica fissa e Didascalie delle opere

Visite guidate

Attività didattiche

Laboratorio didattico

Biblioteca/Centro di Documentazione

Spazi per altre attività


Bibliografia di riferimento

Musei e raccolte archeologiche del Veneto , a cura di Di Mauro A., Dosson di Casier 2004, pp. 80-82.
Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d’Italia), Roma 2009, pp. 414-415.


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