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Scheda

Musei Civici, Sezione Archeologica – Treviso

Piazzetta Mario Botter 1 – 31100 Treviso (TV)
Tel. 0422 544864 – Fax 0422 582634
Presentazione


La Sezione archeologica dei Musei Civici di Treviso, recentemente riallestita nella moderna sede di Santa Caterina, custodisce sia le ricche collezioni archeologiche raccolte originariamente dal fondatore Luigi Bailo, sia i reperti rinvenuti grazie ai recenti scavi condotti in città. Nell’interrato e al piano terra dei Musei Civici è così allestito un percorso espositivo che conduce il visitatore dal Paleolitico all’età romana, con un criterio cronologico e, ove possibile, topografico. Un elemento innovativo del nuovo allestimento, molto efficace sotto il profilo didattico, risiede nell’illustrazione della storia dell’abitato di Treviso, dalla sua nascita all’età romana. E’ previsto il completamento del percorso, con l’esposizione dei reperti di età tardo antica, bizantina e longobarda.

Storia della collezione museale

Nel 1879 l’abate Luigi Bailo (1835-1932) fondò il primo nucleo del “Museo Trivigiano”, raccogliendo nella Biblioteca Comunale le lapidi romane presenti nel vecchio Municipio e il lascito settecentesco del canonico G.A. Bocchi. Inoltre il Bailo commissionò ricerche sul territorio e operò sul mercato antiquario, acquisendo materiali di varia provenienza da parte di collezionisti privati e giungendo all’apertura ufficiale dell’esposizione archeologica nel 1888, presso la sede storica di Borgo Cavour. Dopo un primo riordino avvenuto nel 1938 e dopo il pesante bombardamento del 7 aprile 1944, grazie al lavoro di L. Coletti e B. Forlati Tamaro la Sezione archeologica fu nuovamente riordinata e inaugurata nel 1952. Più recentemente, in seguito al restauro del complesso ex conventuale di Santa Maria dei Servi, le raccolte archeologiche sono state trasferite, incrementate ed efficacemente riallestite in forma moderna e innovativa nella nuova sede di Santa Caterina, inaugurata il 29 giugno 2007.

Descrizione

La prima sala, nel piano interrato, illustra con chiarezza il quadro insediativo del territorio trevigiano tra Paleolitico medio (300.000-40.000 anni fa), Paleolitico superiore (40.000-11.500 anni fa) e Mesolitico (9500-6500 a.C.). Le prime frequentazioni in questo territorio sono documentate grazie a una serie di manufatti in selce lavorata, raccolti in due vetrine, provenienti dall’area collinare (Asolo, Montello) e dalla fascia delle risorgive (sorgenti del Sile).

Nella seconda sala, sulla destra, è presentata una selezione dei materiali del Neolitico recente rinvenuti presso il villaggio di Biancade di Roncade, riferibile a una comunità di cacciatori e allevatori della “Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata”.
L’ultimo periodo neolitico, l’età del Rame e l’età del Bronzo (dalla seconda metà del V al II millennio a.C.) sono ben rappresentati dai materiali della raccolta di Augusto Krüll, esposti nella grande vetrina sulla parete di sinistra. La raccolta comprende abbondanti quantità di manufatti in selce (strumenti a ritocco erto, strumenti e armature a ritocco piatto, lame di pugnali, elementi di falcetto, strumenti di tecnica campignana, residui della scheggiatura) e in pietra levigata provenienti da ricerche effettuate nel territorio trevigiano, prevalentemente nel settore collinare del Montello. Più in basso, all’interno di due cassetti sottostanti la vetrina, sono contenute alcune ricostruzioni didattiche di falcetti in legno e selce in uso durante l’età del Bronzo.

Nella terza sala è esposta una raccolta di materiali dell’avanzata età del Rame e dell’età del Bronzo.
Nella prima vetrina sulla destra sono contenuti vari manufatti ceramici dell’età del Bronzo medio e recente e una coppia di montanti laterali di morso di cavallo in corno di cervo, provenienti dagli abitati siti lungo il fiume Sile.
Nella seconda vetrina sulla destra e in quella, più grande, sulla sinistra, è esposta con criterio tipologico una prestigiosa collezione di armi (asce, pugnali, punte di lancia), strumenti di lavoro (falci) e oggetti d’abbigliamento, recuperati nelle cave di argilla e di ghiaia del Sile tra Sant’Antonino e Casier. Questi manufatti metallici, risalenti all’età del Rame e del Bronzo, sono interpretati come esito di deposizioni votive o funerarie.

La quarta sala, all’interno della grande vetrina lungo la parete di sinistra, ospita una straordinaria raccolta di spade in bronzo, ottimamente conservate. Le spade, rinvenute nei fiumi Piave (Salgareda) e Sile, sono riferibili a varie tipologie: “Sauerbrunn-Boiu” (età del Bronzo medio, XVII-XIV sec. a.C.), “a lingua da presa” (età del Bronzo recente e finale, metà del XIV-metà del X sec. a.C.), “ad antenne” (inizi dell’età del Ferro, IX-VIII sec. a.C.). Anche in questo caso sembra trattarsi di deposizioni votive o funerarie.

L’ultima, e più grande, delle sale nel piano interrato presenta una ricca raccolta di materiali dell’età del Ferro da vari siti del Trevigiano.
Appena entrati, sulla sinistra, è esposta una serie di manufatti in bronzo e in ferro rinvenuti nel Sile e nel territorio: punte di lancia, coltelli, asce, spilloni, un bacile e una situla, coltelli e lingotti a doppia punta, che venivano scambiati per il loro valore e destinati alle attività metallurgiche locali.
Particolare rilievo assumono i materiali della necropoli di San Martino dei Camaldolesi e da una o più aree sacre di Oderzo, esposti nelle vetrine al centro della sala. Nella necropoli orpitergina (VI-I sec. a.C.), riferibile alla locale comunità veneta, si segnala la significativa compresenza di oggetti di tradizione celtica a partire dal V sec. a.C. (cinturoni con ganci in metallo traforato che richiamano la rappresentazione del “Signore degli animali”, torquis, spade ripiegate). Da contesti sacri opitergini datati al VI-III sec. a.C. provengono invece alcune figure di offerenti e un gruppo di lamine votive decorate a sbalzo, esposte accanto a una serie di bronzetti provenienti anche da Montebelluna e da Adria.
Lungo la parete di sinistra si trovano invece i materiali delle necropoli di Montebelluna (Santa Maria in Colle e Posmon), datati tra l’VIII e il I sec. a.C. In esposizione vi sono situle e ciste funzionali alla deposizione delle ceneri (tra cui una grande cista a cordoni in bronzo), corredi comprendenti preziosi oggetti per lo più di ornamento (armille, fibule, pendagli ecc.) e, tra i materiali più recenti (II-I sec. a.C.), una serie di urne in terracotta con il nome del defunto inciso in venetico o in latino.
I pezzi di maggiore interesse si trovano nella seconda metà della sala, dedicata ai capolavori della cosiddetta “arte delle situle”. Sulla parete di fondo sono scenograficamente esposti i cinque celebri dischi votivi in lamina di bronzo da Montebelluna (o dalla valle del Piave), quattro dei quali rappresentano la solenne figura femminile di una dea con gli attributi della “Signora degli animali”. I dischi sono datati tra il IV e il II sec. a.C. Di straordinario interesse è anche una cista in bronzo, pure da Montebelluna, qui esposta singolarmente, con raffigurazione di scene di connubio e di aratura (VI-V sec. a.C.).

Saliti al piano terra, si incontra la piccola sala 6, con cui inizia l’esposizione dei reperti rinvenuti nel corso dei recenti scavi urbani, che illustrano le origini e lo sviluppo dell’abitato di Treviso a partire dal villaggio sorto sul finire dell’età del Bronzo medio nell’area rilevata delle attuali piazze Duomo, dei Signori e Sant’Andrea. Nell’unica vetrina della sala è presente una selezione di vasellame per la conservazione e la preparazione dei cibi, datato all’età del Bronzo recente e avvicinabile sotto vari aspetti tipologici alla “Cultura subappenninica”.

La vicina sala 7 evidenzia le caratteristiche paleoambientali dell’area prescelta dall’insediamento e integra il contenuto della saletta precedente, con riferimento all’età del Bronzo recente. Nell’unica vetrina si trova una selezione di vasellame da mensa, pure tipologicamente rapportabile alla “Cultura subappenninica”.

Nella sala 8 sono presentati i reperti riferibili all’età del Bronzo finale (XII-X sec. a.C.), quando l’abitato si estese anche alla zona più bassa di Piazza San Pio X. Nelle vetrine trova posto vasellame da mensa e ceramica per la conservazione e la preparazione dei cibi, ma vi sono anche esempi relativi alla lavorazione dell’osso e del corno e alla metallurgia del bronzo. Al centro della sala è collocato un grande piano di lavoro in limo scottato su ciottoli da Piazza San Pio X (X-IX sec. a.C.).

La successiva sala 9 illustra il passaggio dall’abitato del Bronzo finale al centro dei Veneti antichi affermatosi nel corso della prima età del Ferro (dal X-IX all’VIII-V sec. a.C.), con l’esposizione di altri reperti dall’area di Piazza San Pio X. In questo settore urbano è venuto in luce un grande quartiere composto da abitazioni a pianta rettangolare, dotate di copertura ad intelaiatura lignea, focolari e caratteristici bracieri circolari di limo e argilla, accuratamente presentati agli angoli della sala. Nelle vetrine si trovano materiali ceramici (alcuni dei quali relativi al culto domestico), strumenti per la filatura e la tessitura e arredi del focolare domestico; a sinistra dell’ingresso è esposto anche il calco di una tavola in legno di quercia utilizzata in origine come base di focolare.

La sala 10 è dedicata al centro veneto di Treviso, che raggiunse tra il IV e il III sec. a.C. la sua massima espansione, entrando progressivamente a contatto con la potenza e con gli interessi commerciali di Roma. Nelle tre vetrine presenti in questa sala, tutte relative a questa importante fase storica, sono esposti diversi manufatti ceramici, vari esemplari di aes rude, una dracma venetica d’argento e alcune interessanti testimonianze di culto (bronzetti di guerriero e di offerente, ceramica iscritta, laminetta in bronzo con figure femminili).

Con la sala 11 si passa all’età romana. Al centro della sala sono presenti due grandi frammenti del mosaico policromo rinvenuto in Piazzetta della Torre. Il pavimento, datato al III sec. d.C., è decorato con una composizione di ottagoni (campiti da fiori a quattro petali, fusi e pale di mulino) e di quadrati (campiti da piccoli fiori e rombi), delimitata da una fascia marginale a denti di sega. Un pannello affisso alla parete di destra è dedicato alla figura di Luigi Bailo.

Anche la sala 12 è dedicata all’età romana. Al suo interno sono presenti oggetti di arredo della casa (tra cui quelli della domus di Piazza San Pio X, risalente all’inizio del I sec. d.C.), strumenti vari per la cura del corpo e la cosmesi, splendidi vasi in vetro (compreso un kantharos in vetro azzurro da Fanzolo di Vedelago), una piccola testa di Venere in marmo di produzione egea (I sec. d.C.) e alcuni corredi che esemplificano le tipologie di sepoltura più diffuse nel territorio trevigiano. Particolarmente interessanti sono alcune epigrafi funerarie e l’iscrizione di Caius Sevius Fuscus, magistrato quattuorviro, che con la sua carica testimonia l’avvenuta istituzione del municipium di Tarvisum nella prima metà del I sec. d.C.

Il lapidario della sala 13, che fiancheggia il chiostro, accoglie una parte consistente delle raccolte di Luigi Bailo. Sono presenti non solo la ricca collezione di ritratti (atleti, divinità, teste maschili e femminili e un’erma con Eracle e Onfale), databili tra la seconda metà del I sec. a.C. e l’inizio del III sec. d.C. (ad eccezione di un busto di Nerone di epoca rinascimentale), ma anche la stele a pseudoedicola di Titus Firmius Tarvisanus (I-II sec. d.C.), due sarcofagi integri da Concordia Sagittaria (I sec. d.C.) e da Caerano San Marco (fine del II sec. d.C.), nonché un gruppo di altri manufatti funerari romani pertinenti a urne e a sarcofagi. Nella stessa sala, tra i reperti lapidei, vi sono anche tre stele greche datate al II sec. a.C. e altre sculture in marmo di varia epoca provenienti dal mercato antiquario.
In fondo alla sala si trovano i lasciti di A. Fautario (oggetti di bronzo di uso comune, oggetti per l’arredamento della casa e varie figure di divinità), di A. Bocchi, di T. d’Onigo (tomba da Trevignano con corredo bronzeo), di P. Donà (terrecotte votive e lucerne magnogreche e siceliote) e di T. Tessari (vetri, strumenti per la cura del corpo, oggetti di ornamento personale, chiavi). Sono infine esposti i reperti della necropoli di Covolo di Pederobba (seconda metà del I sec. a.C.-inizi del I sec. d.C.) e un mosaico bicromo da Oderzo, caratterizzato da un campo centrale con composizione reticolata di stelle ad otto punte, quadrati, rombi, ottagoni e cerchi (prima metà del II sec. d.C.).

Nell’ultima sala del museo è collocato il grande mosaico geometrico bicromo rinvenuto in Corso del Popolo a Treviso (fine del II-inizi del III sec. d.C.), il cui campo centrale presenta una composizione reticolata di ottagoni e croci.


Accesso

Tipo di Accesso: Negli orari di apertura

Biglietto: Si

Prezzo: Interi 3 euro; ridotti 2 euro (ragazzi dai 15 fino ai 18 anni, componenti di comitive composte almeno da 10 persone paganti, ultrasessantenni, associazioni convenzionate, universitari); scolaresche 1 euro (gruppi di scolari delle scuole materne, elementari e medie, bambini dai 6 fino ai 15 anni); gratuito: bambini fino a 6 anni, disabili e loro accompagnatori, docenti di discipline storico artistiche, guide, accompagnatori di scolaresche (fino a due per ogni classe), un accompagnatore per ogni gruppo (minimo 10 persone).

Accesso per le Scuole

Accessibilità Disabili

Orari

Giorni di Apertura
Orario Quando Specifiche
Estivo/Invernale Martedì 9.00-12.30; 14.30-18.00
Estivo/Invernale Mercoledì 9.00-12.30; 14.30-18.00
Estivo/Invernale Giovedì 9.00-12.30; 14.30-18.00
Estivo/Invernale Venerdì 9.00-12.30; 14.30-18.00
Estivo/Invernale Sabato 9.00-12.30; 14.30-18.00
Estivo/Invernale Domenica 9.00-12.30; 14.30-18.00

Per gruppi superiori a 15 persone e per scolaresche è consigliabile la prenotazione telefonica della visita.

Tempo suggerito per la visita (in minuti): 60

Servizi per l’utenza

Servizi igienici

Parcheggio
A pagamento nella vicina Piazza Matteotti.

Bookshop

Punti di sosta

Bar o Ristoro
Una macchinetta del caffé è presente nella sala guardaroba.

Servizi didattici

Guide a stampa
Audio guide
Brochure
Il servizio audioguide è momentaneamente sospeso.

Pannellistica

Didascalie delle opere

Postazioni informatiche
Filmati

Supporti informativi multilingue: Inglese
Brochure, audioguide (servizio momentaneamente sospeso)

Visite guidate
E’ necessario contattare preventivamente il museo.

Attività didattiche
Per informazioni e prenotazioni: www.museicivicitreviso.it/index.php?it/110/attivit-educative-e-didattiche. E’ possibile anche contattare l’Associazione Culturale Vivarte (www.associazionevivarte.org; info@associazionevivarte.org; 329 3270597; 340 3436215).

Laboratorio didattico

Biblioteca/Centro di Documentazione
A uso del personale e di studiosi autorizzati.

Spazi per altre attività


Bibliografia di riferimento

Guida del Museo Civico di Treviso , a cura di Coletti L., Menegazzi L., Treviso 1959.
Borda M., Ceramiche e terrecotte greche, magnogreche e italiche del Museo Civico di Treviso, Treviso 1976.
Galliazzo V., Bronzi romani del Museo Civico di Treviso, Roma 1979.
Zaccaria Ruggiu A., Le lucerne fittili del Museo Civico di Treviso, Roma 1980.
Galliazzo V., Sculture greche e romane del Museo Civico di Treviso, Roma 1982.
Polacco R., Sculture e tessellati paleocristiani e altomedievali del Museo Civico di Treviso, Roma 1990.
Gerhardinger E., Reperti paleoveneti del Museo Civico di Treviso, Roma 1991.
Musei e raccolte archeologiche del Veneto , a cura di Di Mauro A., Dosson di Casier 2004, pp. 77-79.
Musei Civici di Treviso. Le raccolte archeologiche a Santa Caterina , Treviso 2007.
Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d’Italia), Roma 2009, pp. 410-413.


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